Linee antropologiche della Evangelium Vitae

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Il saggio mette in evidenza gli elementi essenziali della visione dell'uomo soggiacente all'Enciclica Evangelium Vitae. Prima che etica, infatti, la sfida relativa al rispetto della vita è una sfida di carattere antropologico: perchè la vita umana è un bene? Perchè è sempre un bene? Dopo aver indicato i presupposti di quell'antropologia riduttiva che conduce alla manipolabilità totale dell'essere umano, nell'articolo vengono delineati i fondamenti teologici, ma anche puramente razionali, che stanno alla base del riconoscimento del carattere sacro e personale delia vita dell'uomo. La teologia dell'immagine, in una interpretazione nettamente cristologica, mette in luce la singolare dignità della persona umana, quale soggetto chiamato al dialogo con Dio e con gli altri, irriducibile al livello delle cose, che si usano e si distruggono. Le varie dimensioni del bene della vita, organicamente strutturate nella luce dell'antropologia cristiana (vita biologica, spirituale e soprannaturale; vita temporale ed eterna), servono a chiarire il nesso tra rispetto dovuto alla vita fisica e persona, senza confusioni e senza separazioni. A conclusione, l'Autore esamina come il Vangelo della vita illumini le originarie esperienze umane in gioco (la generazione, la sessualità, la nascita, la malattia, la sofferenza, il morire) e quali atteggiamenti fondamentali suggerisca di conseguenza.

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Come citare

Melina, L. (1995). Linee antropologiche della Evangelium Vitae. Medicina E Morale, 44(4), 677–700. https://doi.org/10.4081/mem.1995.968