La clonazione: considerazioni sulle normative internazionali

Pubblicato: giugno 30, 1998
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L'Autore analizza i vari Documenti internazionali che - di recente - sono stati elaborati a riguardo della clonazione dell'essere umano.

Vi è una sostanziale uniformità nella condanna del processo di creazione a fini di riproduzione di un essere umano che abbia - per clonazione - lo stesso patrimonio genetico nucleare di altra persona vivente o morta. La riprovazione di questa finalità trova motivazione etica nell'offesa alla dignità umana e ai diritti fondamentali dell'uomo che tale modello di clonazione esprimerebbe.

Rimangono al di fuori della normativa internazionale sin qui proposta (Consiglio d'Europa, UNESCO) le attività di clonazione a significato "terapeutico", atte a prevenire la trasmissione di malattie mitocondriali.

Mentre l'UNESCO ha adottato un testo piuttosto ambiguo, il Consiglio d'Europa ha vietato, espressamente, la clonazione dell'essere umano per trasferimento nucleare. Affiorano peraltro nuove preoccupazioni sul significato da dare all'espressione "essere umano", che si vuole riservata al diritto interno di ogni singolo Stato europeo. Se nell'interpretazione statuale venisse attribuita la denominazione di "essere umano" all'embrione impiantato, la fase pre-impianto (da taluni considerata "pre-embrionale") sarebbe di fatto non coperta dal divieto di clonazione a finalità sperimentali, o per la realizzazione di possibili presidi terapeutici.

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Come citare

Bompiani, A. (1998). La clonazione: considerazioni sulle normative internazionali. Medicina E Morale, 47(3), 581–600. https://doi.org/10.4081/mem.1998.837