The Universal Declaration of Human Rights in medical-ethical perspective

Pubblicato: febbraio 28, 1999
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Nonostante i suoi risultati impressionanti nel combattere i crimini contro l'umanità la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo non offre una base sufficiente per l'etica medica. Tale Dichiarazione, non fornendo una definizione chiara dell'essere umano in quanto soggetto dei diritti, lascia un certo spazio a quelle antropologie filosofiche che considerano il feto o il neonato non ancora una persona o al massimo una 'persona marginale'. Siccome la Dichiarazione tralascia, nello stesso modo, di definire il concetto di diritto, può essere interpretata sia dal punto di vista delle teorie classiche del diritto, che da quello della 'choice theory of rights' ('teoria dei diritti a scelta'). Se, come quest'ultima asserisce, il diritto alla vita implicasse quello di disporne, la Dichiarazione anche servirebbe per difendere l'eutanasia, il suicidio assistito e interventi medici e chirurgici manipolativi.

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Come citare

Eijk, W. J. (1999). The Universal Declaration of Human Rights in medical-ethical perspective. Medicina E Morale, 48(1), 49–59. https://doi.org/10.4081/mem.1999.809