Riflessioni sulle "tecnologie di riproduzione assistita"

A 21 anni dalla nascita della prima bambina concepita in vitro

Pubblicato: ottobre 31, 1999
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Autori

Oggi tutti sanno che è possibile attraverso le "tecniche di riproduzione assistita" preparare in laboratorio "un figlio" per darlo a chi lo desidera. Le riflessioni proposte su quanto oggi possono offrire scienza e medicina, dopo 21 anni dal primo decisivo evento, vorrebbero essere soltanto una introduzione all'esame di alcuni aspetti umani e sociali coinvolti in queste tecnologie che implicano "la creazione di figli e la costruzione di famiglie, un valore sociale fondamentale" (ISLAT). Saranno articolate su tre direttrici: 1) la risposta data dalla scienza alla domanda di produrre un figlio, e le correlative implicanze etiche della sperimentazione sull'embrione umano; 2) la risposta data dalla medicina alla domanda di poter avere un "figlio" e "sano" e le correlative implicanze deontologiche ed etiche: con quale successo, con quali conseguenze; e 3) la ripercussione di queste nuove tecnologie sulla "famiglia" e, conseguentemente, sulla società.

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Come citare

Serra, A. (1999). Riflessioni sulle "tecnologie di riproduzione assistita": A 21 anni dalla nascita della prima bambina concepita <em>in vitro</em>. Medicina E Morale, 48(5), 861–883. https://doi.org/10.4081/mem.1999.792