L'essenziale nelle professioni sanitarie: riflessioni di un clinico

Pubblicato: febbraio 28, 2001
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Nell'articolo vengono riportate alcune riflessioni sui principi di riferimento ed i comportamenti nelle professioni sanitarie. L'Autore ritiene che i mezzi idonei per qualificare il servizio al paziente e mantenere un alto livello di professionalità degli operatori siano tanto gli strumenti tecnico-scientifici quanto quelli etico-culturali, proprio al fine di una migliore soddisfazione della domanda di salute.

Si discute inoltre sulle finalità della professione sanitaria e sulla qualità della vita, quest'ultima intimamente connessa al concetto di salute. Nella professionalità sanitaria sono distinte quattro parti: fisica, psichica, conoscitiva e volitiva e si indicano alcuni riferimenti per migliorarla. Riguardo poi all'atto professionale, questo è da considerare adeguato laddove libero e responsabile, ed ancora l'approccio olistico al malato è ritenuto il più proficuo, anche per lo specialista.

Si tratta, poi, dello sviluppo della medicina specialistica e dell'attuale validità delle "discipline madri" (medicina interna e chirurgia generale) individuandosi altresì i requisiti che qualificano sia le strutture sanitarie sia la condotta degli operatori sanitari.

Per l'aspetto sociale della medicina si accenna ai principi che dovrebbero regolare la sanità, in cui la salute non deve mai diventare merce di scambio. Infine si ribadisce l'essenzialità del rapporto fiduciario tra paziente ed operatore sanitario; in esso andrebbero privilegiati, oltre che la competenza del curante, anche la conoscenza umana ed il rispetto del malato nella sua ontologica unità somatica, psichica e spirituale. Sono riportati peraltro alcuni riferimenti legali ed etico-deontologici che dovrebbero guidare i comportamenti degli operatori sanitari.

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Come citare

Lombardi, D. (2001). L’essenziale nelle professioni sanitarie: riflessioni di un clinico. Medicina E Morale, 50(1), 61–99. https://doi.org/10.4081/mem.2001.717