Quale futuro per la deontologia medica?

Pubblicato: aprile 30, 2005
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La deontologia sembra essere sempre più estranea alla cultura del medico d'oggi. Diversi autori mettono in discussione la sua rilevanza e validità nel determinare la condotta professionale del medico. In queste condizioni è doveroso dubitare persino, dopo quasi 2500 anni dalla sua nascita, della sua stessa sopravvivenza. Gran parte dei dubbi nascono sicuramente dalla incapacità di coglierne il vero significato e questa tesi è dimostrata dal fatto che le definizioni utilizzate sono troppo generiche e approssimative. Attraverso l'approfondimento del significato si giunge a distinguere la deontologia da altre discipline quali l'etica e il diritto, arrivando a dimostrare che non solo non esistono sovrapposizioni, ma che le tre discipline si muovono su piani diversi. Se si ammette l'unicità della deontologia rispetto ad altre discipline è più facile riconoscerle un ruolo ancora rilevante. Ma si può persino argomentare efficacemente quanto la deontologia possa risultare ancora oggi indispensabile per gestire il rapporto medico-paziente. A tale proposito è sicuramente illuminante la tesi di Francesco D'Agostino il quale, criticando gli atteggiamenti che portano ad una delegittimazione pratica della deontologia, identifica nella sua capacità a gestire efficacemente l'asimmetria del rapporto medico paziente la caratteristica fondamentale. Il diritto è invece inadatto a gestire una relazionalità asimmetrica perchè per sua natura è concepito per occuparsi di relazioni tra pari. Pertanto la difesa della deontologia non deve essere vista solo come la difesa dell'autonomia professionale del medico, ma indirettamente andrebbe interpretata come la difesa del sistema giuridico e più in generale del sistema sociale. Sono allora infondate le preoccupazioni che portano a considerare la deontologia come una disciplina in declino, ma appare necessario uno sforzo da parte degli organismi rappresentativi della professione per restituirle il ruolo che merita come strumento di gestione dell'esercizio della medicina.
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Medical ethics seems always to be more extraneous to the culture of the medical doctor today. Various Authors debate her importance and validity in determining the doctor's professional conduct. In these conditions and after almost 2500 years from her birth, it is even fair have doubts about the same survival of the discipline. Most of the doubts rise from the incapacity to gather the true meaning of the medical ethics: this proposition is shown by the fact that the utilised definitions are too generic and approximate. Trough the widening of the meaning of medical ethics, we reach to distinguish medical ethics from other disciplines, like ethics and law. So, we can demonstrate that not only overlaps do not exist, but also that the three disciplines move on different levels. If we admit the uniqueness of medical ethics as regards other disciplines, it is easier to recognise her a still noticing role. Moreover, we can argue effectively as much medical ethics can turn out an indispensable role to manage the physicianpatient relationship. On this subject F. D'Agostino's argumentation is certainly illuminating. In fact, criticising the attitudes that lead to a practical delegitimization of medical ethics, D'Agostino identifies that her capacity to manage effectively the asymmetry of the doctor-patient medical relationship is her fundamental characteristic. Instead, the law is unsuited to manage an asymmetrical relationship, because by nature it is conceived to be responsible for relationships between equals. Therefore, the defence of medical ethics must not be seen as only as the defence of the doctors' professional autonomy, but it would be indirectly interpreted as the defence of the juridical system, and more in general, of the social system. Finally; the worries about the decline of medical ethics are groundless, but it is necessary an effort by medical colleges to return her the role which deserves as tool of management of the exercise of the medicine.

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Oppes, M. (2005). Quale futuro per la deontologia medica?. Medicina E Morale, 54(2). https://doi.org/10.4081/mem.2005.397