Per una medicina centrata sul paziente: riflessioni sulla fondazione etica del rapporto medico-paziente

Pubblicato: giugno 30, 2005
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Sempre più frequentemente è richiesto al medico di giustificare le proprie decisioni in funzione dei fini e dei valori rilevanti nella medicina. In una medicina realmente centrata sull'uomo, il fine dell'attività medica è nella realizzazione del bene del paziente, mediante un agire adeguato non solo alla salute, ma all'intero essere del paziente, che lo consideri per il valore, infinito, che gli è proprio. Tale concezione antropologica implica, a livello pratico, che non è mai consentita di una persona la discriminazione - trattarla secondo criteri differenti da quelli che derivano dalla sua natura -, la strumentalizzazione - usarla per altri fini, diversi dal bene proprio della stessa - e l'oppressione - agire nei confronti di essa mortificando o tenendo in scarso conto la sua irrinunciabile autonomia e libertà. In una medicina centrata sul paziente il rapporto medico-paziente non è uno strumento dell'attività medica, ma il luogo in cui si realizza l'attività medica. La medicina è il rapporto medico paziente, un rapporto interpersonale, asimmetrico, non definito dalla sola identificazione dei ruoli, ma dall'individuazione di un obiettivo comune. Rapporto medico-paziente non significa dunque semplice "relazione", ma implica una vera e propria "comunità", concetto che richiama un'interazione tra le parti, o meglio, una condivisione. Alla base di un buon rapporto medico-paziente, identifichiamo almeno tre fattori: il riconoscimento dell'altro come persona, la costruzione di una vera e appropriata alleanza terapeutica, l'accettazione dei rispettivi ruoli. In conclusione, l'esercizio della professione medica non può prescindere dalla riflessione su quali siano i suoi scopi e, soprattutto, da una concezione antropologica di cosa sia l'uomo perchè non ci rapportiamo con il paziente se non in relazione a questo.
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More and more frequently physician is required to justify his own decisions in accordance whit the goals and the important values of medicine. In a medicine really centred on patient, the goal of medical activity is the realization of the good of the patient, by acting not only according to health, but whit the whole being of patient, considering him for the value, endless, that is to him really. Such an anthropological conception implicates, to a practical level, that it is never allowed discrimination of the person - to treat him or her according to different criterions than those deriving from his or her nature -, the exploitation - to use him or her for other ends than proper good - and the oppression - to act towards him or her mortifying his or her autonomy and liberty. In a medicine centred on patient, the physician-patient relationship is not a tool of medical activity but the place in which medical activity comes true. The medicine is the physician-patient relationship, a relationship between two persons, asymmetrical, defined not only by the identification of the roles, but by singling out a common objective. Physician-patient relationship doesn't mean simple relationship, but it implicates a real community, concept that recalls an interaction between the parts, or better, a sharing. At the base of a good physician-patient relationship we identify at least three factors: the recognition of the other as a person, the construction of a true and appropriate therapeutic alliance, the acceptance of the respective roles. In conclusion, the exercise of the medical profession cannot leave the reflection on what its purposes are out of consideration and, above all, an anthropological conception of what the man is because we behave to the patient in conformity with it.

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Come citare

Carrasco De Paula, I., & Comoretto, N. (2005). Per una medicina centrata sul paziente: riflessioni sulla fondazione etica del rapporto medico-paziente. Medicina E Morale, 54(3). https://doi.org/10.4081/mem.2005.390