Il principio morale dell'atto a duplice effetto e il suo uso in bioetica

Pubblicato: ottobre 30, 2006
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morale per esprimere le varie dimensioni del ragionamento morale e descrivere le condizioni necessarie perchè si possa porre un atto, in tutte quelle situazioni in cui capita di dover scegliere di compiere un dato bene, accettando, accanto agli effetti positivi voluti, gli effetti negativi collaterali che possono derivare dalla scelta di quel bene. L'ambito di applicazione di tale principio è assai vasto ed esso è stato accolto anche all'interno della bioetica e applicato in relazione alle questioni di inizio e fine vita (particolarmente nell'ambito della bioetica clinica), della ricerca scientifica e della difesa dell'ambiente. Il ricorso a tale principio, tuttavia, non è esente da fraintendimenti, in primo luogo, di carattere metodologico: il processo di applicazione, infatti, è di per sè equivoco nel momento in cui il principio stesso si pone come giustificazione morale dell'atto, piuttosto che come criterio guida. L'obiettivo di questo articolo è quello di chiarire quale sia l'utilità del PADE e, soprattutto, se ed in quali termini si debba ricorrere ad esso in bioetica, al fine di arrivare alla soluzione di taluni problemi dall'agire morale che sorgono nell'ambito medico. Attraverso una disamina di alcuni casi paradigmatici, l'Autore sottolinea il valore essenzialmente strumentale del PADE, mettendo in luce come il contributo maggiore che viene da questo principio è quello di essere fondamentalmente un aiuto per affinare l'analisi dell'atto, in quelle situazioni in cui l'esito di talune azioni può produrre degli effetti collaterali.
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The principle of the act with double effect (PADE) rises in moral theology to express the various dimensions of the moral reasoning and to describe necessary conditions so that an action can be set, in all those situations in which it happens one must choose to achieve a given good, accepting, besides the intended positive effects, the negative side effects that can derive from the choice of that good. The sphere of application of such principle is wide and it has also been welcomed into bioethics and applied in relationship to the issues of beginning and end of life (particularly within the clinical bioethics), scientific research and environmental protection. The recourse to such principle, yet, is not exempted by methodological misunderstanding: the process of application, in fact, is by itself equivocal in the moment in which the same principle sets it as moral justification of the action, rather than as guide criterion. The aim of this paper is to clarify what the utility of the PADE is and, above all, whether and in what terms it must be used in bioethics, to reach the solution of some moral problems rising from medical context. Through an examination of some paradigmatic cases, the author underlines the instrumental value of the PADE, showing how the main contribution that comes from this principle is that of being basically an aid to sharpen the analysis of the act in all those situations in which the result of some actions can produce some side effects.

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Virdis, A. (2006). Il principio morale dell’atto a duplice effetto e il suo uso in bioetica. Medicina E Morale, 55(5). https://doi.org/10.4081/mem.2006.343