Quello che succede su Marte, rimane su Marte: una risposta a Balistreri e Umbrello

Pubblicato: novembre 3, 2022
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Autori

In un precedente articolo pubblicato su questa rivista, ho sostenuto che la - possibile - accettazione del potenziamento umano su Marte non è (e non dovrebbe essere) seguita da un'emulazione sulla Terra, poichè questi due ambienti non sono solo due pianeti diversi, ma sono anche due mondi diversi. Alcuni critici considerano la mia posizione poco convincente e instabile. Tuttavia, sono molto contento che Maurizio Balistreri e Steven Umbrello si siano confrontati con il mio lavoro in modo così ferocemente critico: mi hanno spinto a riflettere più intensamente su ciò che ho scritto in precedenza, aiutandomi a capire cosa avrebbe potuto essere spiegato in modo più chiaro e approfondito. Spero che questa risposta renda la mia posizione meno "filosoficamente dubbia" e che aiuti Balistreri e Umbrello a vedere alcune falle nella loro stessa argomentazione. Il mio intervento si baserà in larga misura sul precedente scambio di opinioni, in modo da essere il più possibile focalizzato su come controbattere almeno alcune delle critiche ricevute. Per questo motivo, dividerò l'articolo in tre parti, ognuna delle quali affronterà uno dei punti sollevati da questi ultimi. Le chiamerò 1) critica delle generazioni future; 2) critica dei confini naturali e 3) critica del continuum.

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Come citare

Garasic, M. D. (2022). Quello che succede su Marte, rimane su Marte: una risposta a Balistreri e Umbrello. Medicina E Morale, 71(3), 323–332. https://doi.org/10.4081/mem.2022.1214