È moralmente lecito indurre prematuramente il travaglio in una donna affetta da grave sindrome di Marfan?

Pubblicato: 3 aprile 2025
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Questo articolo riporta le discussioni etiche condotte dal Comitato Etico Clinico di un ospedale universitario su un caso retrospettivo di una donna incinta con una grave sindrome di Marfan. Alcuni dati sulla sindrome di Marfan e la gravidanza sono: (1) la gravidanza aumenta il rischio di dissezione aortica, riducendo l’aspettativa di vita, e (2) le principali cause non ostetriche di morte materna sono dovute alla rottura e alla dissezione dell’aneurisma aortico. La storia clinica della paziente comprende due riparazioni di aneurisma. Inoltre, più recentemente, la paziente ha subito una dissezione aortica che ha richiesto una resezione chirurgica con sostituzione. La paziente è controindicata per la gravidanza, ma una valutazione di routine mostra che è incinta di un feto alla 14a settimana di gestazione. Poco dopo aver scoperto di essere incinta, è deceduta improvvisamente. Presentiamo il caso in vista di casi futuri simili, considerando cosa potrebbe essere eticamente accettabile se la paziente fosse viva in questa complessa situazione clinica. La gravità del caso solleva la moralità dell’induzione precoce del travaglio di un feto non vitale. L’obiettivo è salvare entrambe le vite, cercando di garantire che il feto raggiunga la vitalità. Tuttavia, questo obiettivo è possibile? Se la madre morirà prima della vitalità del feto, l’induzione del travaglio potrebbe essere considerata un’azione di estrema salvaguardia della vita della madre. Si tratta di una situazione in cui l’unica possibilità rimasta è salvare l’unica vita possibile (quella della madre), senza che il medico possa scegliere tra due vite. La decisione finale richiede la virtù della prudenza.

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Come citare

Silberberg, A. (2025). È moralmente lecito indurre prematuramente il travaglio in una donna affetta da grave sindrome di Marfan?. Medicina E Morale, 74(1), 111–116. https://doi.org/10.4081/mem.2025.1632