A reexamination of conscience protections in healthcare

Published: December 30, 2013
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Authors

Rispondendo ad un articolo di Lisa Harris, pubblicato su New England Journal of Medicine 2012; 367: 981-983, il presente contributo riesamina la coscienza da un punto di vista giuridico. Si analizza l'obiezione di coscienza nel contesto della legge federale statunitense sulla tutela della libertà religiosa e si spiega perchè coloro che obiettano moralmente di eseguire aborti hanno il legittimo diritto all'obiezione di coscienza. Al contrario, si argomenta che gli abortisti non hanno diritto di eseguire aborti per ragioni di "coscienza", perchè il concetto giuridico di coscienza preclude l'intrusione nei diritti di altri, e nel caso dell'aborto, l'abortista va ad intromettersi nel diritto alla vita di un innocente, un essere umano non ancora nato. Il concetto giuridico di "coscienza" non può ignorare o respingere la conclusione scientifica ed empiricamente verificabile che la vita di un essere umano inizia al momento della fecondazione. Inoltre, è tracciata una distinzione tra diritti negativi e positivi nel contesto della legge federale statunitense, che rende ancor più insostenibile l'uso della "coscienza" come giustificazione per eseguire aborti. L'enfasi dell'articolo è sulla realtà oggettiva e i limiti della coscienza come concetto giuridico, affermando che, mentre la coscienza procede da un soggetto umano, non è pertanto arbitraria e quindi inutilizzabile come concetto giuridico. Riconoscendo i diversi approcci e le implicazioni derivanti dal concetto di coscienza, l'articolo mira semplicemente a difendere la coscienza come un concetto giuridico praticabile, radicato nella legge federale degli Stati Uniti e nella ragione umana. In questo modo, si prefigge di promuovere l'autentica libertà della persona umana a vivere secondo i dettami della propria coscienza.
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Responding to Dr. Lisa Harris' article in the September 13, 2012 issue of the New England Journal of Medicine, this article reexamines conscience from a legal perspective. It analyzes conscientious objection in the context of U.S. federal law protecting religious freedom and explains why those who morally object to performing abortions have a legitimate right to conscientious objection. In contrast, the argument is made that abortionists have no such right to perform abortions for reasons of "conscience" because the legal concept of conscience precludes intruding upon the rights to others, and in the case of abortion, the abortionist is intruding upon the right to life of an innocent, unborn human being. The legal concept of "conscience" cannot ignore or dismiss the scientific and empirically verifiable conclusion that a human being comes into existence at the moment of fertilization. Furthermore, a distinction is drawn between negative and positive rights in the context of U.S. federal law which renders the use of "conscience" as a justification for performing abortions all the more untenable. The emphasis of the article is on the objective reality and limits of conscience as a legal concept, affirming that, while conscience proceeds from a human subject, it is not, therefore, arbitrary and thus unworkable as a legal concept. Recognizing the various approaches to and implications ensuing from the concept of conscience, the article simply aims to defend conscience as a workable legal concept rooted in U.S. federal law and human reason. In this way, it seeks to advance the authentic freedom of the human person to live in accordance with the dictates of his/her conscience.

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Vacca, M. A. (2013). A reexamination of conscience protections in healthcare. Medicina E Morale, 62(6). https://doi.org/10.4081/mem.2013.78