Is it possible to define the nature of medicine? Teleological and phenomenological perspectives on medicine, its ends and its morality

  • Andrea Virdis | andrea.virdis@rm.unicatt.it Dottore di ricerca in Bioetica, Istituto di Bioetica, Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli”, Università Cattolica del Sacro Cuore, Italy.

Abstract

Il presente contributo si offre come un’indagine intorno alle diverse teorie sul fondamento ontologico della pratica medica, secondo due specifiche prospettive che derivano da un approccio teleologico e fenomenologico. L’approccio teleologico muove da un modo aristotelico-tomista di intendere la medicina come un atto diretto ad un fine: questa prospettiva è radicata nell’assunto che esiste un bene inerente alla medicina, tale da definirne il fine proprio. La medicina viene considerata come un’attività intrinsecamente etica, nella quale tecnica e comportamento sono entrambi ordinati in relazione ad un bene onnicomprensivo: il fine naturalmente dato della salute. L’approccio fenomenologico (nella sua corrente realista) mostra come la medicina manifesti la sua essenza nell’incontro clinico tra un paziente (che si ammala e necessita aiuto) ed un medico (che possiede una data abilità di cura e può aiutarlo). Nel contesto della vulnerabilità di quel particolare paziente, l’incontro clinico è il “momento” in cui la medicina e il suo fine di cura sono posti in essere. Entrambe le prospettive rivelano che ciò che la medicina è dipende da quello che è il suo fine, vale a dire, che la conoscenza della natura della medicina non è il punto di partenza dell’etica medica, ma il suo risultato: occorre conoscere il fine della medicina (ovvero, il bene intrinseco ad essa), per sapere precisamente ciò che la medicina è. Inoltre, entrambi gli approcci sembrano supportare la possibilità di affermare l’esistenza di una moralità interna della medicina, fondamentale per determinare i doveri, le virtù e le obbligazione del medico in accordo con la natura stessa della medicina.
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The aim of this paper is to inquire into the different theories about the ontological foundation of medical practice, according to two specific perspectives that come from teleological and phenomenological approaches. Teleological approach starts from an Aristotelian-Thomist way to intend medicine as an end-oriented act: this view is rooted in the assumption that a good inherent to medicine exists and defines the proper ends of medicine itself. Medicine is considered as an inherently ethical activity, in which technique and conduct are both ordered in relation to an all-encompassing good: the naturally given end of health. Phenomenological approach (in its realistic current) points out how medicine manifests its essential being in the clinical encounter between a patient (that got sick and needs help) and a doctor (that has the skill and can help him). In the context of the vulnerability of that particular patient, the clinical encounter is the “moment” in which medicine and its healing end are put in being. Both perspectives reveal that what medicine is, depends on what its end is, that is to say, that the knowledge of the nature of medicine is not the starting point of medical ethics, but its result: we must know the end of medicine (i. e., the good inherent to), to know what medicine exactly is. Moreover, they demonstrate the existence of an internal morality of medicine which is fundamental to determine duties, virtues and obligation of the physician in accordance with the nature of medicine itself.

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Published
2008-08-30
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Filosofia della medicina, natura della medicina, moralità interna della medicina, etica medica, fenomenologia, teleologia / Philosophy of medicine, nature of medicine, internal morality of medicine, medical ethics, phenomenology, teleology
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How to Cite
Virdis, A. (2008). Is it possible to define the nature of medicine? Teleological and phenomenological perspectives on medicine, its ends and its morality. Medicina E Morale, 57(4). https://doi.org/10.4081/mem.2008.275